Crioterapia nuovo trattamento di bellezza
                            La crioterapia è da sempre usata in medicina sportiva per un recupero più veloce degli infortuni muscolari, dimezzando i tempi di recupero,  grazie alle sue pro
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                            18/12/2015
                            
                        
	
                        
                        
                        
                            
		
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                                            Crioterapia nuovo trattamento di bellezza
                                        
                                        La crioterapia è da sempre usata in medicina sportiva per un recupero più veloce degli infortuni muscolari, dimezzando i tempi di recupero,  grazie alle sue proprietà anti-infiammatoria e anti dolorifica , e nelle persone anziane anche per  la cura delle malattie artritico-reumatiche. Un altro uso che ne viene fatto è per la bellezza, infatti questa moda partita negli Stati Uniti spopola tra le celebrità che la usano per dimagrire, ma vediamo di cosa si tratta e come funziona.  Si deve entrare in un ambiente, stanze o cilindri metallici, refrigerati con azoto liquido ad una temperatura che si aggira sui -160 gradi in costume da bagno per un tempo non superiore ai 3-4 gradi, naturalmente vengono date delle protezioni per mani, piedi, occhi, orecchie e vie respiratorie. Questo shock termico induce una serie di conseguenze,  il cervello subisce una sorta di inganno facendo si che il nostro cuore pompi più sangue accelerando il metabolismo  riuscendo a farci bruciare circa 800 calorie e promuovendo la rigenerazione cellulare alla fine della seduta con effetti positivi contro l’inestetismo della cellulite. Dopo si corre subito a fare attività fisica così da riattivare la circolazione. La crioterapia servirebbe per combattere anche lo stress, migliorerebbe la qualità del sonno e ci farebbe sentire meno stanchi.  Il trattamento è vietato a chi ha patologie a carico del cuore, a chi soffre di pressione alta e naturalmente alle donne in gravidanza. Il consiglio è comunque di consultare il proprio medico per un parere professionale.
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